lunedì 23 dicembre 2024

il narcisismo commerciale

Il narcisismo costituisce il nucleo pulsante del commercio moderno, la forza invisibile che muove il desiderio e plasma il consumo. Il venditore, maestro nell'arte della persuasione, non offre solo un prodotto, ma promette un riflesso amplificato dell'ego dell'acquirente, solleticando quell'intimo bisogno di riconoscimento che ci spinge a pagare cifre spropositate per ciò che, in fondo, potrebbe essere superfluo. Questa manipolazione sottile non è casuale: è una scienza insegnata nelle aule universitarie, nei corsi di economia, nei master di PNL, marketing e funneling, dove si apprende a trasformare il narcisismo in uno strumento di guadagno.

Ma il narcisismo mercantile non si ferma qui. Si insinua ovunque: nell’intrattenimento che costruisce miti, nelle professioni che vendono status, nelle imprese che promettono successo. Si espande nel mondo della politica e della diplomazia, nelle scienze, nella cultura della bellezza e della longevità, fino all’ossessione per un'alimentazione virtuosa, il tutto permeato dall'idea di un sé ideale da conquistare. Questo sistema, onnipresente e invasivo, non si limita a vendere beni o servizi: plasma visioni, aspirazioni, intere esistenze.

Eppure, questa corsa al narcisismo ha un costo immenso. Alimenta disuguaglianze, speculazioni, avidità. Il commercio narcisistico si riflette in meccanismi complessi come la finanza globale, la creazione monetaria, gli NFT e gli NPL, che riducono valori reali a meri simboli di status, comprati a cifre astronomiche in nome di un'economia iperbolica. È lo stesso narcisismo che Aristotele e la Bibbia condannavano, perché non produce ma consuma, non crea ma distrugge.

Di fronte a questa deriva, propongo un intervento radicale: riformare i programmi scolastici, partendo dalle scuole elementari e medie. Dobbiamo educare le nuove generazioni a riconoscere la trappola del narcisismo e a costruire un sistema commerciale basato sull’onestà e sulla trasparenza, con prezzi equi e pratiche leali. Serve un’economia sobria, che rispetti i propri simili e non sacrifichi l’equilibrio globale sull’altare dell’avidità.

Ma questa visione, per quanto necessaria, si scontra con poteri enormi. Dovremmo convincere élite globali, come il gruppo Bilderberg, che una crescita graduale, sostenibile e uniforme è preferibile alla folle corsa verso un’espansione iperbolica che genera guerre, disastri ambientali e sociali. È una sfida titanica, forse pericolosa, ma indispensabile per ridisegnare un sistema economico che non sia una prigione, ma un'opportunità di crescita reale per tutti.

Se c’è qualcuno disposto a costruire un dialogo su questa visione, io sono pronto. Ma so che ogni grande cambiamento comporta rischi. Nonostante ciò, preferisco affrontarli, piuttosto che lasciare che il narcisismo continui a consumare la società, uno spicchio alla volta.

Donna Erman

(Osservando ilI l padre di internet)

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